Carla Naitza
3 Aprile 2024
"Non si smette di ridere invecchiando, si invecchia quando si smette di ridere".
(George Bernard Shaw)
Alzi la mano chi è d'accordo con questa frase...
Penso siano parecchie le mani alzate: la risata - è esperienza condivisa da tutto il genere umano - fa sentire giovani e fa entrare in contatto tra loro i fanciulli interiori di coloro che ridono insieme.
Negli ultimi 30 anni si è diffusa in tutto il mondo una metodologia legata al benessere, basata proprio sulla risata senza motivo: lo Yoga della Risata. Tale metodologia consiste nel reimparare una capacità che da bambini si manifesta in maniera spontanea: quella risata che non ha un motivo, senza senso, che è indipendente dalle vicende della vita e dalle situazioni esteriori.
Ma com'è nata l'idea di utilizzare la risata proprio per generare benessere?
Ecco (brevemente) la sua storia.
Immaginate un parco, in una città, in cui le persone passeggiano, fanno ginnastica, corsa, si incontrano con altre persone. E’ proprio in un
parco che inizia la storia dello Yoga della Risata.
Il 13 marzo 1995, per molti un giorno come un altro, il medico indiano dottor Madan Kataria alle 7 del mattino uscì di casa per recarsi al parco più vicino, a Mumbai.
Egli aveva letto il libro “Anatomia di una malattia”, di Norman Cousins, un giornalista scientifico guarito negli anni ’60 da una grave malattia, elaborando un proprio metodo basato sulla risata e sull’alimentazione, e le ricerche del medico dott. Lee Berk, che studiò a fondo l’impatto della risata sulla salute a partire dagli anni ’80.
Il dottor Kataria decise di passare dalla teoria alla pratica. Chiese alle persone presenti al parco di unirsi a lui per ridere: trovò molte resistenze, ma alla fine 4 persone decisero di seguirlo. Il piccolo gruppo, raccontandosi barzellette, cominciò a ridere in mezzo al parco, dove le persone li guardavano decisamente stupiti. Essi decisero di incontrarsi anche nei giorni successivi e, giorno dopo giorno, sempre più persone si univano al gruppo, che ad un certo punto contò 50 membri.
Nel gruppo si raccontavano barzellette, storie buffe, e qualsiasi cosa che potesse far ridere. Ognuno sperimentava gli effetti benefici di quell’incontro per tutta la giornata e tutti stavano bene. Il dottor Kataria verificava così gli effetti della risata sulle persone. Tuttavia, 15 giorni dopo, esaurito tutto il repertorio, nel gruppo non sapevano più come ridere, per cui decisero di sciogliersi. Infatti cominciarono a raccontare barzellette sporche, ridere di difetti altrui…. il gruppo cominciò allora a disgregarsi.
Il dottor Kataria chiese un giorno per escogitare qualcosa. Per tutta la notte studiò le ricerche effettuate sulla risata, finché trovò la soluzione: il nostro corpo non distingue tra una risata spontanea ed una stimolata. Entrambe sono in grado di produrre la stessa chimica della felicità.
Quando propose al gruppo di ridere comunque, anche senza barzellette o storie comiche, i membri ci provarono e sperimentarono che ad una certo punto la risata diventava autentica, non potevano più smettere.
Madan Kataria aveva risvegliato in loro la giocosità dei bambini. Quella giocosità permetteva loro di esprimersi liberamente, di lasciarsi andare, e ridevano per almeno 10 minuti consecutivi.
In poco tempo, continuando a praticare nel parco, si aggiunsero altre persone, arrivando a contare fino ad un centinaio di membri. Era nato il primo Club della Risata.
Lo Yoga della Risata fornì a queste persone, e fornisce a noi oggi, un modo diverso, efficace e allo stesso tempo divertente di prendersi cura del proprio benessere.
Tra i benefici fisici più evidenti, misurati e accertati scientificamente, vi sono:
Altri benefici inerenti la sfera interiore:
Miglioramento dell'autostima: la risata aiuta a sentirsi più felici e a proprio agio con se stessi.
Aumento dell'empatia: la risata aiuta a creare una connessione con gli altri.
Miglioramento della creatività: la risata aiuta a liberare la mente e a stimolare la creatività.
Miglioramento delle relazioni sociali: la risata è un modo naturale per connettersi con gli altri e costruire relazioni sociali.
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CRITICA COSTRUTTIVA, come fare?
Alessandro Lauricella
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